Esistono varie forme di product placement, ossia la tecnica di marketing in cui i riferimenti a specifici marchi o prodotti sono incorporati in un'altra opera. Normalmente siamo abituati (e per legge ci viene anche segnalato) a vedere questo avvenire in Serie TV o Film, come ad esempio la birra Heiniken nella ultima serie di film James Bond oppure le NIKE in Ritorno al Futuro. Ora, però, questa speciale tecnica si sta sviluppando velocemente anche in un nuovo settore in forte crescita: quello dei videogames con le in-game advertising.
Cosa sono le in-game advertising?
Recenti studi hanno dimostrato come la soglia di attenzione che si presta ai dettagli durante i videogiochi è molto più alta rispetto a quando si guarda un film o si passeggia per strada. Questo forse perché mentre giochiamo dobbiamo spesso aspettarci attacchi a sorpresa da zombi, o dobbiamo prestare attenzione ad ogni dettaglio per risolvere il mistero per accedere al livello successivo. Proprio per questa loro capacità di intrattenere il pubblico, i videogiochi sono considerati tra i mezzi più efficaci per il posizionamento di brand, prodotti e quant’altro. Negli ultimi anni, sempre più aziende produttrici di videogiochi hanno permesso ad aziende terze di essere presenti nei loro videogiochi tramite una pubblicità o il loro prodotto. Le in-game advertising (IGA) non sono altro che una forma di product placement completamente digitalizzata.
Le tre tipologie di in-game advertising
Le IGA si possono dividere in tre tipologie:
• Static In-Game Advertising (SIGA): si tratta dell’implementazione di pubblicità di prodotti o servizi reali statica all’interno di un videogioco, che non mutano nel tempo e rappresenta un efficace mezzo per raggiungere un’audience globale senza particolari differenziazioni di target. Un esempio sono i cartelloni pubblicitari ai bordi del campo da gioco nei titoli FIFA di EA.
• Dynamic In-Game Advertising (DIGA): si tratta di ads dinamiche, dove le pubblicità sono gestite direttamente tramite server in cui i brand inseriscono i propri banner promozionali – server ai quali si ha accesso esclusivamente a pagamento. In questo modo si può pensare di creare delle campagne pubblicitarie molto più dettagliate e con un target di riferimento decisamente meglio studiato.
• Advergame: in questo contesto abbiamo una fusione tra videogames a la pubblicità, in quanto l’intero videogioco è interamente incentrato sulla promozione di un brand o di un prodotto, come ad esempio, i famosi videogiochi della LEGO.
La pubblicità prende il sopravvento anche nei videogames?
Come detto, sempre più produttori di videogiochi permettono ad esterni di entrare a pubblicizzare nel loro mondo di gioco virtuale. Questo è una forma di finanziamento valida, soprattutto per le piccole e medie case di produzione, che non dispongono di fondi di sviluppo come le grandi. Proprio per questo motivo, la pubblicità non diventerà protagonista dei videogame: i piccoli produttori desiderano comunque rimanere dipendenti e non dipendere troppo da aziende terze, mentre i più grandi, come Sony e Microsoft, hanno già annunciato di volere continuare con il modello del Free To Pay, dove, dietro pagamento del videogioco o di un abbonamento, non si vedranno le pubblicità di altre aziende.