Together è un’agenzia di comunicazione che si pone l’obiettivo di creare relazioni durature tra marca e persone, realizzando progetti tattici in grado di generare un impatto immediato sul business. Abbiamo parlato del successo del modello di businnes di Together con Fabio Padoan, cofondatore.
STARTUPS.IT: Come è nata l’idea di fondare Together?
Fabio Padoan: Volevamo creare un nuovo modo di fare agenzia. Sapevamo di avere tutti i presupposti: nascere oggi, prendere ispirazione non tanto dalle altre agenzie quanto dalle start-up B2C grazie al fatto di nascere in un gruppo come OneDay, integrare una forte cultura aziendale, partire dai valori delle nuove generazioni. Mancava però l’ingrediente più importante: l’idea di base, la filosofia, il posizionamento, in che modo avremmo potuto avere un impatto sulla vita delle persone. Ci siamo detti che oggi non basta mettere al centro le persone, dobbiamo mettere al centro le relazioni. Questo è stato il punto di partenza da cui è nata la nostra “togetherness”: l’idea che oggi più che mai nessuno di noi è un’isola e che l’unico modo per creare, innovare, avere un impatto sulla vita delle persone è quello che nasce dall’incontro tra più elementi. Si tratti di persone, di competenze, di idee, di partner, di dati. La togetherness è tutto ciò che di buono nasce da questo incontro. Per i nostri clienti diventa una promessa molto chiara: creare relazioni tra brand e persone sempre più forti e quotidiane, delle vere e proprie storie d’amore.
STARTUPS.IT: Quali sono le più grandi sfide che avete dovuto affrontare prima e dopo la fondazione?
Fabio Padoan: Abbiamo creato un’agenzia che si basa sulle relazioni e dopo pochi mesi dalla nostra nascita è arrivata una pandemia e tutti i relativi lockdown. Se aggiungiamo questo al fatto che pochissime start-up sopravvivono al primo anno, direi che la prima grande sfida è arrivata subito e che siamo riusciti a superarla alla grande. Probabilmente proprio grazie al fatto che abbiamo messo ogni giorno energia e passione nel saperci connettere tra di noi, tutti i giorni, sempre in ascolto gli uni con gli altri. C’è un’altra sfida che abbiamo affrontato da subito e continuiamo ad affrontare: essere un’agenzia che si comporta come un brand e che vuole cambiare i paradigmi del modo di fare agenzia vuol dire che essere qualcosa di nuovo, di sconosciuto, che bisogna spiegare, raccontare e soprattutto dimostrare agli altri, e va fatto mentre si continua a cambiare. È stimolante, è una delle sfide più coinvolgenti che possa capitare, ma al tempo stesso ci chiede di avere fiducia, coraggio e molta perseveranza: non ci sono molti riferimenti a cui guardare, non ci sono schemi a cui si appartiene, non c’è nulla di rassicurante in un’agenzia innovativa e in continua costruzione: tutto è dinamico, tutto è da dimostrare, a sé stessi e agli altri.
STARTUPS.IT: Quale è il segreto del vostro successo? Cosa rende unica la vostra azienda?
Fabio Padoan: Le agenzie nascono solitamente nel mondo delle agenzie, si tratti di network internazionali o di agenzie indipendenti create da chi ha vissuto sempre il mondo delle agenzie. Noi nasciamo in OneDay, business builder nato poco più di dieci anni fa che mette al centro le nuove generazioni, le community, la cultura come valore condiviso. Un’agenzia che parte in un contesto così è per forza di cose unica, anomala, tanto che la stessa parola “agenzia” ha bisogno di essere reinterpretata. Questa è potenzialmente la prima strada verso il successo. L’altra chiave riguarda il posizionamento: non lo abbiamo raccontato molto all’esterno ma lo abbiamo applicato in modo ossessivo all’interno, in ogni cosa che facciamo. Le persone sono davvero al centro, seguiamo davvero i principi di libertà e responsabilità, alimentiamo concretamente la cultura del feedback. Insomma: la coerenza con il nostro posizionamento è qualcosa che sta dando tanti bellissimi frutti.
STARTUPS.IT: Quali sono i prossimi passi?
Fabio Padoan: Sempre di più la togetherness è una promessa di relazione, ma soprattutto un approccio. Per questo abbiamo deciso di crescere allargando le aree di intervento. È come se avessimo in mano una filosofia, dei valori e una missione che possiamo applicare dappertutto. Ma sappiamo anche quanto sia rischioso investire in nuove aree di business, soprattutto quando si sperimenta: per questo lo stiamo facendo seguendo quella che chiamiamo “antifragile strategy”, le nuove aree sono micro start-up che stiamo testando, sappiamo che alcune cresceranno e che altre forse no, e che potremmo trarre beneficio dal danno, ovvero ciò che non funzionerà ci aiuterà a far crescere ancora di più ciò che funzionerà. Lo abbiamo fatto quasi inconsapevolmente lo scorso anno per l’area media e quella di produzione, che oggi stanno crescendo sani e forti e sono in una fase di accelerazione. Mentre a ottobre abbiamo lanciato la micro start-up dedicata alla Discovery e una dedicata agli Esperti. Vedremo cosa impareremo strada facendo.
STARTUPS.IT: Quali sono i consigli che vi sentite di dare agli imprenditori di domani?
Fabio Padoan: Ricordatevi che insieme potrete andare più lontano e che oggi la società è troppo complessa per pensare di vincere da soli. Imparate a sostituire la cultura della performance con cui siamo cresciuti con una cultura che abbraccia l’errore. Conoscete voi stessi: spesso siamo noi (e il nostro ego) il nemico peggiore per la nostra crescita. Siate consapevoli dei vostri meccanismi che condizionano le vostre scelte e cercate di superarli, cercate di capire le vostre emozioni e perché emergono, e non pensate mai di riuscire a fare tutto questo da soli: solo così potrete essere sempre più liberi e diventare dei leader che possano ispirare gli altri.