Nel 2011, Eric Ries pubblica il suo libro intitolato The Lean Startup nel quale viene introdotto un nuovo e moderno approccio imprenditoriale, definito dallo stesso Ries negli anni precedenti. Questo metodo è divenuto molto in voga, soprattutto tra le startup della Silicon Valley. Nella sua opera, Ries introduce una nuova dimensione nello strutturare l’impresa, rendendola più agile e soprattutto rendendo i progressi più facilmente verificabili. Nel libro vengono introdotti nuovi concetti, nuove metriche per valutare l’andamento dell’azienda ed una nuova metodologia (ciclica) di produzione.
Scegliete le metriche giuste da analizzare
In occasione di una valutazione dell’andamento della propria azienda, Ries consiglia agli imprenditori di diffidare dalle cosiddette vanity metrics, ovvero di tutte quelle metriche che non godono delle seguenti tre caratteristiche fondamentali:
- possibilità di stabilire un rapporto di causa-effetto, in maniera da poter comprendere quando e quanto le nostre azioni (causa) modifichino il valore della metrica (effetto)
- accessibilità: tutte le figure chiave coinvolte nello sviluppo del business devono essere in grado di accedere e soprattutto comprendere tale metrica, non deve essere troppo tecnica o confusa
- credibilità: una metrica di cui possiamo affermare senza dubbio la correttezza dei dati
Ries ribadisce che è importante stabilire quanto più possibile delle metriche ad-hoc per la propria azienda oppure per il settore produttivo in cui si opera. In tal senso non è assolutamente vero che le metriche debbano essere le stesse per ogni azienda. Ries afferma che le metriche classiche come i margini operativi o il reddito netto non sono per forza determinanti. Piuttosto, le metriche che l’imprenditore sceglie devono essere quanto più puntuali e ricamate ad-hoc alle sue esigenze o in generale su quelle del settore operativo in cui opera.
Il ciclo fondamentale della Lean Startup
La produzione all’interno di un’azienda che adotta la metodologia Lean, prevede delle fasi successive, che vanno quasi a costituire un ciclo in quanto è possibile (ma non è detto) che alla fine del ciclo si ricominci da capo. Le fasi in particolare sono le seguenti:
- Creazione MVP
- Misurazione ed analisi dei primi dati raccolti
- Misurazione successiva
- Valutazione del trend: ci avviciniamo al trend ideale che vogliamo?
- Se la domanda al passo precedente ha avuto una risposta negativa, potrebbe essere necessario un pivot
MVP sta per Minimum Viable Product, ovvero il minimo prodotto attuabile. Secondo Ries, all’inizio è necessario realizzare un prodotto con le caratteristiche minime indispensabili, in modo da andare sul mercato il prima possibile ed iniziare da subito a misurare le metriche stabilite. Ci sarà tempo in seguito per perfezionare il prodotto. La cosa più importante è andare sul mercato ed iniziare a misurare i trend in modo da capire se il business model della startup possa funzionare o meno.
Nel caso in cui, all’interno del ciclo di vita, le cose non stanno andando come sperato, bisogna fare qualcosa. In tal caso si dice che è il momento di fare un pivot. Essenzialmente, fare pivot significa eseguire una correzione strutturata della strategia e fondamentalmente consiste nel testare una nuova ipotesi fondamentale sul prodotto, sulla strategia o sull’engine di crescita. Esistono diversi tipi di pivot, come ad esempio il cambio della tecnologia adottata (technology pivot) oppure il passaggio da una struttura ad alto margine e basso volume ad una a basso margine ed alto volume (business architecture pivot).