Per le aziende è ora di uscire dal caos dei dati, altrimenti rischiano di sprecare risorse in progetti di Big Data tanto altisonanti quanto inutili. In un tale contesto si aprono diverse porte per le startup informatiche che sono alla ricerca di nuove sfide.
Cosa significa Big Data? Se inseriamo in Google “Cos’è Big Data” scopriremo immediatamente che nell’arco di 0,23 secondi il motore di ricerca risponderà offrendo centinaia di migliaia di risultati possbili. In fondo, già questa è una risposta… In generale si può affermare che i Big Data non sono altro che l’enorme flusso di informazioni che oggi transitano in rete e che vengono da una molteplicità di fonti come ad esempio:
- i sistemi informativi aziendali
- la digitalizzazione di molta burocrazia pubblica e privata
- l’Rfid (radio-frequency identification), i sensori e più in generale le smart city
- il Customer relationship management (legato alle carte fedeltà, agli acquisti on line e off line, ai social network)
Il fatto è che tutti questi dati sono tanti. Così tanti che chiamarli Big Data è molto più facile e immediatamente comprensibile. Nel 2013 sono stati categorizzati secondo le seguenti 3 categorie:
- Social Media (commenti, blog, video, ecc.)
- Sistemi aziendali tradizionali (carte di credito, e-commerce, transazioni bancarie, titoli in borsa, ecc.)
- Internet delle cose (Smart home, sensori meteorologici, webcam, sensori del traffico, ecc.)
Investimenti mirati nei Big Data
Stando ad un nuovo report di TechVision Research, prima che le aziende possano trarre beneficio dai Big Data devono risolvere i problemi fondamentali relativi ai dati stessi. Un analista di TechVision, Noreen Kendle, afferma che le aziende sono impantanate in un “ciclo disfunzionale di caos dei dati”. Esse spendono una “quantità assurda di tempo nella caccia di dati mancanti, correzione di dati inesatti, creazione di soluzioni alternative, riconciliazione di dati contrastanti. Ciò si traduce in una incalcolabile perdita di produttività”, dice il report. Un problema è che quasi tutto il budget viene investito in tecnologia, e non nei dati stessi, nonostante le dichiarazioni che i dati sono un’importante risorsa aziendale. Le sfide in questo ambito sono molteplici e la scarsa qualità e governance dei dati offrono delle indicazioni per la risoluzione di tali problemi.
L’informazione ha un grande potere, ma solo se si usano i dati giusti
TechVision afferma che gli attuali progetti di “Big Data” sono destinati all’insuccesso, a meno che non vengano migliorate la qualità dei dati e la governance. “Tutti i grandi progressi tecnologici continueranno a deludere le aspettative a causa della realtà dei nostri dati: sono incompleti, mal definiti, ridondanti, disparati, vecchi ed imprecisi”. Nel report viene citato l’esempio di un allenatore di basket che abitualmente affermava “se non sappiamo fare bene i fondamentali (per esempio palleggio, passaggio e tiro) non potremo tirar fuori la fantasia di gioco che serve per vincere le partite”. Secondo Kendle, lo stesso principio si applica nell’utilizzo dei dati per business intelligence, analisi predittiva, intelligenza artificiale e la monetizzazione dei dati. Infatti afferma che questo ampio volume di informazione ha un grande potere, ma solo se vengono utilizzati i dati giusti!
Come utilizzare al meglio i Big Data
Con la crescita della velocità, del volume e della varietà dei dati, le organizzazioni puntano sempre più a garantire un valore aggiunto derivante dai Big Data. Purtroppo però, con dati che sono spesso incompleti, incoerenti, non controllati e non protetti, le organizzazioni rischiano che i Big Data siano un ostacolo anziché una risorsa. E con gli approcci tradizionali, manuali e complessi, i progetti di Big Data impiegano troppo tempo per realizzare il valore aggiunto. La sostenibilità e la ripetibilità del valore di business derivante dai Big Data richiede una nuova strategia, la quale deve partire da una piattaforma di gestione dei Big Data che garantisca risultati in settori chiave. Da questa strategia nascono anche diverse opportunità per startup informatiche che possono sviluppare delle idee imprenditoriali nei seguenti ambiti: integrazione dei Big Data, Governance e qualità dei Big Data e sicurezza dei Big Data. Vale la pena riflettere sulle innumerevoli possibilità che si celano dietro i Big Data. Partecipare in questo settore potrebbe rivelarsi un fattore vincente. Infatti, stando ad un report di CapGemini, una società di consulenza in ambito digitale, del 2015, il 60% degli executive intervistati ritiene che i Big Data sconvolgeranno il proprio settore nei prossimi 3 anni.